La Pittura e La Solitudine II

Lungotevere Gianicolense - Rome
Lungotevere Gianicolense – Rome
rifùgio    [ri’fuʤo]
sm
luogo, persona o azione in cui si cerca e si trova riparo, aiuto o protezione

Penso al dipingere come un rifugio, ma istintivamente mi oppongo alla parola ‘protezione’, della definizione sopra. Invece trovo molto appropriato il concetto di ‘aiuto’ e ‘riparo’. Per me, l’azione di dipingere implica un processo che richiede una distanza da una ordinaria azione quotidiana come il mangiare, il leggere oppure il fare pulizie nel bagno. Queste attività possono essere considerate come ‘rifugio’ nel senso di offrire riparo, rispettivamente, dalla fame, la realtà e il disordine. Ma l’azione di dipingere offre per me riparo dagli aspetti oppressivi del ‘tempo’.

Il dipingere non ha ‘tempo’. Quando dipingo, io sono pienamente nel presente. I miei occhi e movimenti del corpo sono in sintonia con il momento di passaggio della luce del sole che irradia e si riflette sugli oggetti davanti al mio sguardo. Osservo e indago sulle relazioni dei colori e delle forme e sul loro cambiamento davanti ai miei occhi. Il tempo trascorso davanti alla tela con i colori e i pennelli è il mio rifugio dalla natura stessa del ‘tempo’, con tutte le sue esigenze devastanti.

Il mio essere è permeato dal presente mentre dipingo. Il passato toglie il suo fardello dalle mie spalle e il futuro svanisce dalla mia mente. Io sono solo e osservo la vibrazione della luce che è la vita stessa. L’infinito. Il gigantesco sforzo di cercare di essere in sintonia con questa energia si riflette nel residuo dei movimenti che faccio con i colori e pennelli. Il momento è insostituibile e unico e sono miei occhi che testimoniano tale momento. Magicamente, dopo, viene creato un quadro che tenta di rispecchiare nella sua poverta quel momento.[whohit]-Painting and SolitudeII_IT-[/whohit]

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