PENSARE IN PITTURA (PARTE 4)

Quindi il mio essere ha una duplice natura; il mondo che vedo e l’immagine del mondo dentro di me. Detto questo, una persona che dipinge non si appropria semplicemente del mondo come in fotografia. Quello che è visibile agli occhi non è solamente ‘registrato’ nella mente come se fosse governato completamente dalla mia visione fisica. Il corpo ‘vede’ ed è ‘visto’ e la mente registra entrambe le due sensazioni. Questo spiega l’immagine dentro di me e l’ imminenza della ‘mappa’ che posso dipingere. L’occhio vede il proprio corpo come realtà e non solo un pensiero trasparente. Un quadro testimonia questo.

Il corpo è un enigma. ‘La natura è al nostro interno.’ disse Cézanne. Dal pennello attraverso il sangue del personaggio per finire in una forma riconosciuta su tela – qualcosa di ‘visibile’ è elevata a seconda potenza. Il disegno o la pittura diventa un’immagine che non è una semplice copia di quello che vedo. Esiste un’altra relazione tra il mondo reale e quell’ immagine che è un quadro.

Come pittore, posso riferirmi alla mia ‘immagine interiore’ di un dipinto in termini di immaginazione. Questa ‘immagine interna’ del quadro che esiste nell’immaginazione stessa è lontana dal mondo reale. Come una traccia della visione dall’interno verso l’esterno in movimento fuori, sono i vestiti per l’immaginazione.

Allo stesso tempo, l’immaginazione è strettamente legata al mondo attuale, perché è prodotta all’interno del mio corpo per via delle cose visibili – dall’esterno si muove verso l’interno. Lo sguardo interiore è come un terzo occhio che produce l’imminenza della visione pittorica e il pittore manifesta questo potenziale pian piano attraverso l’esercizio della mano. Il pittore viene in contatto con la sua propria visione sempre più attraverso la pratica stessa della pittura.

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